IN MEMORIA DI ACHILLE DONÀ
Capraia Isola (Genova), 11.05.25; Cecina (Livorno), 19.01.18
Anche Achille se n’è andato: un dolore forte, sincero, ma non mi riesce di piangere. E non tanto perché ai suoi 93 anni, morire non sorprende, quanto, piuttosto, perché ho di lui troppi ricordi, tutti allegri, tutti divertenti e mi pare impossibile, quindi, che la sua morte sia reale o che sia un evento tragico. In effetti, tragica non lo è stata: sentiva male allo stomaco, per mezz’ora ha atteso che passasse, poi si è sdraiato sul letto e in un attimo il suo cuore ha ceduto ed è spirato. Morire nel suo letto, con Anna accanto, senza aspettarselo, senza accorgersene, un’altra fortuna tra le tante che hanno segnato la sua vita.

La nascita di Achille nella stampa italiana

…. e la notizia viene ripresa a Tatanarive (Madagascar)
Una vita fortunata, sì: nato da un parto gemellare, è venuto alla luce subito e bene a Capraia, mentre suo fratello ha dovuto attendere fino al giorno seguente, dopo un fortunoso trasferimento della madre all’Elba (non a caso, fu chiamato Elbano). È cresciuto a Capraia in una famiglia benestante, spensierato e conteso dalle rare fanciulle disponibili sul posto. Arruolato in Marina (il padre ne era un maresciallo), mentre dopo l’8 settembre si trovava a Capraia, è sfuggito per miracolo alla cattura da parte dei tedeschi e ha raggiunto rocambolescamente la Sardegna dove ha ritrovato il padre. Sveglio e volenteroso, è stato arruolato dagli americani come telegrafista e ha, così, imparato l’inglese, una seconda lingua che gli sarà preziosa nel suo successivo impegno di commerciante di gioielli. In vacanza a Capraia, ha conosciuto e, quindi, sposato Anna, una delle più belle ragazze presenti allora sull’isola, donna perfetta, capace di controllarne le esuberanze e di dedicargli l’intera sua vita. Una salute di ferro che mai lo ha visto sofferente se non negli ultimi suoi anni per disturbi, peraltro, superati bene e presto. Un carattere aperto, gioviale, allegro, burlone, sempre in prima linea, nella compagnia di amici capraiesi della quale per fortuna anch’io ho fatto parte, a tenere alto il morale e divertente ogni incontro.
E alla Capraia di incontri con lui ce ne sono stati tanti, anno dopo anno, in mare a fare bagni e a raccogliere patelle per successive gustose pastasciutte; a terra per serate trascorse a scambiarsi le cene, a guardare la luna distesa sul mare della Bellavista o le stelle chiare e brillanti come mai se ne vedevano altrove.
E lui, lì, nel buio, non lo vedevi, ma lo sentivi con le sue battute fulminanti, i suoi racconti di vita vissuta, le sue barzellette genovesi raccontate con la verve di un attore consumato.
In questi ultimi anni, ritirata la patente, Anna e lui sono mancati spesso a Capraia. Era un dolore, ma sempre lenito dalla immediata promessa per telefono di rimediare appena possibile. Ci speravo, anche se sapevo che probabilmente sarebbe stata una promessa da marinaio, questa volta, però, suggerita solo dal peso degli anni.
Con Achille Allori Donà, scompare l’ultimo vero capraiese, nato quando ancora l’isola era sotto il dominio di Genova, l’ultimo erede di una tradizione che ha reso il nostro piccolo scoglio famoso nel mondo.
Le sue ceneri, per suo volere, verranno disperse in mare allo Zenobito: sarà l’ultimo bagno di Achille nel mare di Capraia, l’ultimo abbraccio all’isola che ha sempre amato.
Folco Giusti