Il 5 dicembre1797, il generale Napoleone Bonaparte, comandante dell’Armata d’Italia, dopo aver firmato a Campoformio il trattato di pace con l’Austria, da lui ripetutamente sconfitta nell’Italia settentrionale, rientra a Parigi. Ritenendo che non fosse ancora venuto il momento per soddisfare le sue ambizioni politiche, dapprima accetta di studiare la possibilità di uno sbarco in Gran Bretagna, che in poco tempo giudica impraticabile, poi incomincia a pensare ad una spedizione nel Levante per portare un colpo mortale ad una delle rotte inglesi per l’India. Per questa nuova avventura militare riceve l’appoggio di Talleyrand, ministro degli Affari Esteri. Il 24 febbraio 1798 Napoleone presenta a Paul Barras, uno dei cinque membri del Direttorio, il suo piano per la spedizione, che viene approvato il 5 marzo. Nell’aprile viene creata l’Armata d’Oriente sotto gli ordini di Napoleone. Poiché non deve essere solamente una spedizione militare, Bonaparte porta con se uno stuolo di scienziati e letterati, tra i più stimati di Francia. Tra questi lo segue anche Dominique Vivant Denon, incisore e scrittore affermato. L’armata comprende 32000 uomini e una squadra navale di oltre 300 navigli che si radunano per la partenza nei porti di Marsiglia, Tolone, dove Napoleone s’imbarca sulla nave ammiraglia Orient, Aiaccio, Genova e Civitavecchia. Vivant Denon parte da Parigi per Marsiglia dove si imbarca sulla fregata Junon il 13 maggio con destinazione Tolone. La Junon, con altre due fregate, ha compiti di ricognizione avanzata e forma l’avanguardia della spedizione. Il 19 maggio la Junon arriva di fronte al porto di Tolone e attende l’uscita della nave ammiraglia che prende il largo il 20 maggio. La flotta punta quindi sulla baia di Saint Florent in Corsica dove giunge il 22 maggio. È qui che inizia il reportage grafico di Vivant Denon, che nel suo famoso libro Voyage dans La Basse et La Haute Ègypte, pendant Les Campagnes du Général Bonaparte ci ha lasciato una della più interessanti descrizioni del viaggio della spedizione di Napoleone, che qui limitiamo alla descrizione della Corsica e delle isole dell’Arcipelago Toscano.
“Il 22 maggio, al mattino, ci siamo diretti verso il Capo Corso, navigando verso est, abbandonando alla nostra sinistra Genova e la Riviera Ligure. La nostra squadra era disposta su una linea di una lega, mentre l’insieme del convoglio, disposto a semicerchio, aveva una linea di almeno sei leghe. Io sono riuscito a contare centosessanta navigli, ma non erano tutti. Il 23 maggio abbiamo superato il Capo Corso; il convoglio navigava in buon ordine; i nostri vascelli erano al traverso del Capo Corso e dell’isola di Capraia. Ne ho disegnato il canale tra le due isole.
Denon, Tavola 1, Fig. 2. la flotta francese nel canale tra Capraia e il Capocorso
Denon, Tavola 1, Fig. 2. la flotta francese nel canale tra Capraia e il Capocorso (particolare)
Il convoglio che aveva incontrato un vento contrario non poté doppiare il capo durante la giornata e noi ci fermammo ad aspettarlo sul capo a una lega da terra.
Il 24 maggio, al mattino, la divisione leggera si trovava al traverso della costa orientale della Corsica, di fronte a Bastia, di cui potevo vedere molto bene la rada e il porto. La città mi sembrò carina, e il territorio circostante mi apparve meno selvaggio che il resto dell’isola. L’isola d’Elba è un ammasso roccioso di ferro, dove le miniere cristalline donano tutti i colori di un prisma. Questo ammasso roccioso è diviso in tre regni: la signoria e le miniere appartengono al principe di Piombino; a sinistra, Porto-Ferraio appartiene al duca di Toscana; a destra, Porto Longone appartiene al re di Napoli.
Infine ho fatto il disegno della parte sud-ovest di Capraia, che da questo lato è una roccia scoscesa e inaccessibile. Appartiene ai Genovesi, che vi hanno un forte e un ancoraggio nella parte orientale.
Denon, Tavola 1, Fig. 5, La costa sud-ovest di Capraia
Denon, Tavola 1, Fig. 5, La costa sud-ovest di Capraia (particolare)
Alle cinque avevamo ad est l’isola di Pianosa, che è una platea di una lega di estensione; s’innalza qualche piede al di sopra della superficie marina; il che la rende uno scoglio molto pericoloso di notte per tutti i piloti che non conoscono questi luoghi; si trova tra l’Elba e Monte-Cristo, una roccia incolta, abbandonata alle capre selvatiche”.
Il libro fu stampato a Parigi nel 1802 e consta di due volumi in folio. Il primo volume contiene la narrazione del viaggio ed è preceduto da una dedica a Napoleone. Il secondo volume è una raccolta di disegni dal quale abbiamo tratto le due figure che fanno parte della prima tavola.
Nella prima figura (Fig. 2) si vede la flotta francese che, dopo aver passato il Capocorso si dirige a sud. A sinistra la costa nord-ovest di Capraia e sullo sfondo la Gorgona, al centro in lontananza l’isola d’Elba, e a destra il Capocorso.
Nella seconda figura (Fig. 5) si vede il lato sud-est di Capraia dalla torre dello Zenobito a quella della Barbici e, sullo sfondo la Gorgona.
Denon, Tavola 1, Coste e isole viste dalla flotta
Dominique-Vivant Denon è nato a Chalon-sur-Saône nel 1747. Dopo aver frequentato gli studi di diversi artisti a Parigi, viene notato dal Luigi XV che lo nomina suo gentiluomo ordinario. Scrive una commedia Julie ou le bon père e un opuscolo libertino Point de lendemain. Su incarico delle ministero degli Affari Esteri compie delle missioni in Russia e in Svizzera. Nel 1777 viaggia in Italia per preparare i disegni del libro Voyage pittoresque ou Description des royaumes de Naples et de Sicile de l’abbé de Saint-Non. Si ferma quindi a Napoli dove diventa segretario di ambasciata fino al 1785. Rientra a Parigi dove viene ammesso all’Accademia reale di pittura e scultura come incisore. Si trasferisce quindi a Venezia dove frequenta i migliori salotti ma, nel 1797, viene espulso perché sospettato di spionaggio. Nel 1798 viene chiamato da Napoleone a far parte della spedizione in Egitto. Dopo Alessandria e il Cairo parte con il generale Desaix alla conquista dell’Alto Egitto. Ritorna a Parigi con Napoleone nell’ottobre del 1799. Nel 1802 pubblica la sua opera con il racconto del viaggio in Egitto che verrà subito tradotta in diverse lingue e che gli conferisce una reputazione internazionale. Nello stesso anno viene nominato direttore del Museo centrale delle arti, oggi Museo del Louvre, carica che mantiene fino al 1815. Muore a Parigi nel 1825.
Roberto Moresco ottobre 2013